Robot Valley Genova è stata un'occasione di confronto e riflessione anche per gli speaker e i partecipanti delle tavole rotonde.
Abbiamo chiesto a quattro scienziate e scienziati una previsione per il futuro: quale pensi che sia la tecnologia che avrà il maggior impatto nel tuo campo di ricerca nel prossimo futuro?
Ecco cosa ci hanno risposto Monica Gori (IIT), Antonio Bicchi (IIT), Simonetta Fraschetti (UniNa) e Paolo Povero (UniGe).
“Secondo me la tecnologia che avrà Maggiore impatto i prossimi anni nel mio nel mio campo sicuramente sarà quella di poter mettere insieme le conoscenze intelligenza artificiale con tecnologie multisensoriali con approcci neuroscientifici. Si vedono sempre di più sistemi che permettono di leggere all’interno di una corteccia cerebrale o di comunicare attraverso questi messaggi. Sarà tanto importante far sì che questi segnali vengano usati maggiormente e nel modo migliore per bambini e adulti, con e senza disabilità. Proprio per questo la comunicazione tra neuroscienze e tecnologia sarà sempre più importante.”
Monica Gori, Principal Investigator dell’Unità per persone con disabilità visiva di IIT, RAISE Spoke1 e Spoke 2.
“Noi veniamo da una ricerca di tanti anni, con grandi successi, che ha come tema la collaborazione tra uomini e robot. L’innovazione più importante sarà quella della integrazione tra uomini e robot quindi macchine che si integrano come estensione della persona questo darà luogo a una espansione della robotica come empowerment, come abilitazione di nuove funzionalità delle persone, un arricchimento delle persone, un aiuto alle persone sempre però lasciandole al centro, non sostituendole ma allargandone le potenzialità.”
Antonio Bicchi, Senior Scientist presso l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ed è Chair of Robotics presso l’Università di Pisa, RAISE Spoke 1, Spoke 2 e Spoke 4.
“Una tecnologia che sicuramente avrà un impatto molto importante nei prossimi anni è quella legata all’esplorazione dei fondali marini. Abbiamo avuto oggi modo di discutere del fatto che i nostri fondali sono conosciuti per una percentuale veramente molto bassa, parliamo del 25% di tutti i fondali del nostro pianeta. Quindi riuscire a migliorare le nostre capacità di esplorazione della biodiversità e di tutte le risorse potenzialmente importanti per per l’uomo secondo me è una delle priorità e un incontro come quello di oggi mi fa molto ben sperare rispetto alla possibilità di dare queste risposte.”
Simonetta Fraschetti, Professoressa ordinaria di Ecologia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, membro del Consiglio di Amministrazione della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Presidente del Simposio Europeo di Biologia Marina, Co-responsabile Nazionale del Nodo 1 del National Biodiversity Future Centre – NBFC.
“La robotica e, in modo particolare, anche l’intelligenza artificiale, potrebbero permetterci di passare da quello che è un monitoraggio puntiforme degli ambienti marini e terrestri e anche aerei a un monitoraggio diffuso. L’impiego di sistemi automatici robotici con l’utilizzo di tecnologie abbinate ad intelligenza artificiale ci può permettere di rendere il monitoraggio il campionamento e la successiva gestione ambientale molto più mirati e molto più funzionali, per il raggiungimento di quello che è un obiettivo ormai a scala mondiale di uno sviluppo sostenibile degli diversi ecosistemi.“
Paolo Povero, Docente di Oceanografia Biologica e Monitoraggio ambientale marino presso Università di Genova, RAISE Spoke 3.