Lo scorso 24 luglio presso il PT0 del DiFi-UniGE si sono svolti i primi test di ROSSINI, un progetto dello Spoke 4 di RAISE per migliorare la gestione del rischio radioattivo nei porti.
Il progetto ROSSINI (Remotely-operated On-board inSpections for Special Nuclear material) mira a sviluppare una nuova ed efficiente metodologia per l’ispezione dei containers contro il trasporto illecito di materiale nucleare speciale (SNM). L’obiettivo finale è poter rilevare sostanze radioattive nascoste in un container ma a distanza di sicurezza.
I gruppi di ricerca coinvolti nel progetto hanno come obiettivo l’utilizzo di IA e robot (volanti e terrestri) per raggiungere le navi in avvicinamento al porto impiegando rilevatori sensibili alle radiazioni per l’ispezione remota dei container.
In caso di rilevamento di un’anomalia il container sospetto verrà controllato dall’esterno con rilevatori robotizzati. Una volta verificata l’anomalia, la valutazione finale verrà eseguita mediante ispezione interna utilizzando ulteriori sensori gestiti da robot. Gli allarmi, così come lo stato delle ispezioni, verranno trasmessi e distribuiti sulla rete RAISE per il monitoraggio in tempo reale e la pianificazione di una risposta tempestiva.
L’approccio proposto, con un livello crescente di consapevolezza del pericolo e valutazione in tempo reale, ridurrà al minimo l’esposizione umana alle radiazioni e il tempo impiegato nell’ispezione, sfruttando l’avvicinamento della nave dal porto e facendo ampio uso di dispositivi telecomandati, fornendo informazioni in tempo reale su anomalie o pericoli.
Il dottor Giovanni Mottola del laboratorio RICE di UniGe coordinato dal prof. Antonio Sgorbissa e il gruppo di ricerca guidato dal prof. Marco Battaglieri dell’INFN (sede di Genova) hanno testato il prototipo: un sensore di radiazioni montato a bordo di un drone.
Gli obiettivi di questi primi test appena svolti erano: verificare la compatibilità drone-detector, testare la sensibilità del detector alle sorgenti radioattive quando operato con il drone e infine ottimizzare il tempo di misura della sorgente.
“L’obiettivo ideale del nostro progetto sarebbe quello di sviluppare un sistema che usi dei droni a volo autonomo ma le vigenti normative sono molto restrittive in merito. In queste fasi preliminari stiamo quindi utilizzando dei droni che possono essere teleguidati da un qualsiasi operatore che lavori in ambito portuale che sia stato formato e che possieda delle licenze di volo” spiega il dottor Mottola di UniGe.
“Attraverso RAISE abbiamo avuto l’occasione di collaborare: noi come INFN avevamo già degli sviluppi per la rilevazione di radiazioni ma abbiamo conosciuto loro (RICE lab, UniGe) che sono esperti di droni robotici con volo intelligente. Lavorando insieme quindi abbiamo le competenze complementari per sviluppare il progetto ROSSINI.” così Marco Battaglieri dell’INFN, coordinatore del progetto ROSSINI, commenta il lavoro congiunto con i colleghi di UniGe.
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Autore: Tommaso Vittorini, INFN
Credits: INFN e RAISE