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RAISE al Festival della Comunicazione di Camogli: la parola agli Spoke 3 e 4

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RAISE
27 Settembre 2024
RAISE al Festival della Comunicazione di Camogli: la parola agli Spoke 3 e 4

Il Festival della Comunicazione appena concluso a Camogli (Genova) ha rappresentato ancora una volta un’ottima occasione di visibilità per il progetto RAISE. In due sessioni dedicate, svolte nelle giornate di venerdì 13 e sabato 14 settembre, ricercatori e ricercatrici coinvolti nei vari Spoke hanno illustrato a una vasta platea di visitatori gli importanti risultati di ricerca ottenuti, permettendo così di comprendere come – in concreto – il progetto potrà favorire una società più avanzata e sostenibile, oltre che un’economia più forte.

Venerdì 13 è stata la volta degli Spoke 3 e 4, con talk dedicati, rispettivamente, a “Ecorobotica al servizio dell’ambiente: le nuove tecnologie sviluppate da Raise” e “Robotica e intelligenza artificiale per i porti: il contributo di Raise”. La prima, moderata dal coordinatore dello Spoke 3 Marco Faimali, ha visto alternarsi interventi brevi ed efficaci, ognuno dedicato a un particolare campo applicativo della robotica per l’ambiente, o ecorobotica. Simona Aracri, ricercatrice del CNR-INM, ha illustrato l’evoluzione della robotica marina grazie alla possibilità di integrare appendici di “soft robotics” all’interno dei mezzi robotici autonomi già sviluppati dall’Istituto, e utilizzati soprattutto per esplorare aree non raggiungibili dall’uomo, come le profondità dell’Artide e dell’Antartide. Una tecnologia, questa, che permetterà di compiere in maniera sicura e senza la presenza dell’uomo operazioni di monitoraggio e di “marine cleaning” in zone particolarmente delicate dal punto di vista ambientale.

Le potenzialità della robotica in contesti di terremoto erano, invece, al centro degli interventi di Serena Cattari e Bianca Federici, entrambe del Dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale (DICCA) dell’ateneo genovese: la possibilità di avvalersi di droni e mezzi robotici potrà, in questi casi, rivelarsi decisiva sia nella fase di rilievo dei danni – ad esempio a edifici storici lesionati, chiese, così come in tutti i casi in cui un sopralluogo metta in pericolo un eventuale operatore umano- sia nella fase della messa in sicurezza e della pianificazione degli interventi di conservazione. Opportunamente equipaggiati con laser scanner e tecnologie di AI, poi, tali mezzi saranno in grado di determinare con maggiore precisione l’estensione e la gravità dei danni, così fornendo un supporto di grande efficacia nella fase della decisione degli interventi conservativi da porre in atto.

L’ecorobotica aerea è stata trattata anche da Gianni Vercelli, prorettore all’ICT dell’Università di Genova che ha illustrato le attività condotte in seno al Dipartimento di informatica, bioingegneria, robotica e ingegneria dei sistemi (DIBRIS ) dell’ateneo, in particolare per quello che riguarda l’utilizzo di droni per il monitoraggio della qualità dell’area in zone in cui sono presenti infrastrutture di potenziale rischio per i cittadini quali porti, impianti di smaltimento rifiuti, siti industriali. In questo caso, l’obiettivo è ottenere mappe temporali accurate che -sulla base di parametri come la presenza nel tempo di sostanze inquinanti e la loro dispersione, rielaborati da software di AI- permettano di prevedere con anticipo eventuali situazioni di rischio.

Claudio Semini (IIT) ha illustrato le potenzialità di utilizzo dei robot quadrupedi sviluppati dall’Istituto per un problema ambientale estremamente diffuso: la presenza di mozziconi di sigaretta dispersi nell’ambiente che, secondo stime, solo in Italia sono dell’ordine di 14 miliardi l’anno, meno del 20% dei quali viene raccolto e smaltito correttamente. Equipaggiati con telecamere e un particolare aspiratore, tali robot sono in grado di muoversi autonomamente per strade anche impervie, rilevare la presenza di mozziconi e rimuoverli in maniera sicura ed efficace. Un altro settore di utilizzo dalle prospettive molto interessanti è, poi, quello dell’agricoltura di precisione: nel talk è stato mostrato un mezzo robotico che, grazia a un software di AI, è in grado di compiere autonomamente alcune operazioni di viticoltura, ad esempio potare la pianta solo dove necessario; ma la stessa tecnica può essere estesa, potenzialmente, a molte altre attività del settore agricolo.

L’ecorobotica “del cittadino” -ovvero il contributo che la società tutta può svolgere nel raccogliere dati utili alla ricerca- è stata, infine, al centro dell’intervento di Antonio Novellino (ETT). Grazie a smartphone e app è, oggi, molto più semplice per un cittadino avere accesso a piattaforme di dati di monitoraggio ambientale, ma anche contribuire aggiungendo proprie rilevazioni. Il ricercatore ha illustrato piattaforme di condivisione dati su salinità e temperatura dell’acqua, qualità dell’aria: esempi che evidenziano l’importanza del concetto di qualità dei dati, anche nella “citizen science”. Nel mondo scientifico, infatti, i dati devono rispondere a precisi principi, riassunti nell’acronimo FAIR: devono, cioè, essere Findable (facilmente reperibili), Accessible (accessibili a chiunque), Interoperable (integrabili con altri dati e utilizzabili da diverse applicazioni) e Reusable (riutilizzabili per nuove ricerche).

Il secondo panel della giornata del 13, moderato dal coordinatore dello Spoke 4 Davide Giglio, era dedicato ad applicazioni di robotica in ambito portuale e sociale. La prima relatrice è stata Francesca Garaventa del CNR-IAS, che è intervenuta su un tema di grande attualità: la prevenzione dall’invasione delle specie aliene nei nostri mari. Una sfida, questa, che passa anche attraverso l’uso di tecnologie di robotica marina per “pulire” scafi e carene delle navi prima che eventuali organismi alieni ad esse attaccati si diffondano, così come da tecnologie di AI che permettono analisi precise e veloci delle immagini delle carene prima che queste entrino nei porti.

Il talk successivo, a cura di Francesco Rea (IIT), ha illustrato, invece, l’uso di robot sociali per operazioni di accoglienza e orientamento del pubblico, in particolare in contesti di grande afflusso di persone. Le potenzialità spaziano da musei a luoghi come stazioni marittime, aeroporti, piccole marine e molto altro ancora: tutti quei contesti, cioè, in cui può rivelarsi utile un robot guida per fornire informazioni, controllare documenti, o compiere operazioni ripetitive. Una prima sperimentazione è stata condotta all’interno del Galata Museo del Mare di Genova, nel quale alcuni robot sono stati impiegati come “guide turistiche” fornendo informazioni sulle opere d’arte esposte, ottenendo riscontro favorevole dai visitatori.

Autore video: Emilio Suraci (CNR)
Credits: RAISE

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