.NEWS

Al Festival della Scienza il “futuro dell’innovazione”

Raise
RAISE
29 Ottobre 2024
Al Festival della Scienza il “futuro dell’innovazione”

L’edizione 2024 del Festival della Scienza – in programma a Genova fino al 3 novembre 2024 – ha rappresentato, anche quest’anno, un palcoscenico privilegiato per RAISE. Per il secondo anno consecutivo, infatti, i protagonisti e le protagoniste di RAISE hanno riunito istituzioni, stakeholders, studenti, comunità scientifica e il variegato pubblico del Festival nell’incontro “RAISE: verso il futuro dell’innovazione. Risultati e prospettive dell’ecosistema della Liguria”, organizzato nella splendida cornice del Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale venerdì 25 ottobre.

Un momento di confronto che giunge a due anni dall’avvio di RAISE, e che ha permesso di presentare linee di attività e risultati ottenuti sui molteplici fronti in cui il progetto è attivo: robotica, intelligenza artificiale, scienza al servizio delle città, della salute, dell’ambiente e dei porti: moderati dalla Programme Manager di RAISE Cristina Battaglia, si sono alternati sul palco numerosi relatori e relatrici.

In apertura la Presidente di RAISE Barbara Alemanni ha presentato alcuni “numeri” di RAISE, un progetto complessivamente finanziato con 110 milioni di euro che conta su 240 unità di personale, il 43% delle quali sono donne e il 18% stranieri. Personale che è quotidianamente al lavoro per sviluppare nuove tecnologie e soluzioni per migliorare la qualità dell’ambiente, della vita, dei servizi e delle infrastrutture, come testimoniano le 172 soluzioni tecnologiche sviluppate ad oggi – molte delle quali potranno presto avere un potenziale commerciale- cui si aggiungono i clinical trials in preparazione o già avviati. La Presidente ha, inoltre, ricordato i 5 bandi a cascata realizzati (per 24 milioni di euro stanziati, parte dei quali specificatamente rivolti alle regioni del Mezzogiorno), le azioni di outreach portate avanti nel 2024 e già in programma per il 2025 (tra cui la partecipazione Expo Osaka 2025) , e l’importante ruolo della formazione RAISE, con oltre 20 team di ricerca che hanno già preso parte al programma di formazione avanzata sul trasferimento tecnologico “Raise up”. “Ma il nostro domani consisterà nella capacità di vivere oltre il Pnrr”, ha affermato Alemanni in conclusione, ribadendo l’importanza di consolidare i risultati puntando a un rafforzamento del network RAISE, individuando strategie e priorità che permetteranno di andare oltre il termine del progetto.

L’evento è quindi proseguito con un innovativo format che ha visto alternarsi, in interventi della durata di pochi minuti, i capi Spoke di RAISE affiancati da un partner privato e da dai giovani ricercatori e ricercatrici coinvolti.

Per lo Spoke 1 “Tecnologie urbane per un coinvolgimento inclusivo” la coordinatrice Michela Spagnuolo (Cnr-Icmate) aveva al fianco Luca Lagormarsino (Circle Garage) e Linda Lastrico (Ricercatrice RAISE – IIT): hanno illustrato servizi a valore aggiunto per la cittadinanza basati sull’AI testati nell’area dell’Ospedale San Martino di Genova, che semplicemente grazie a uno smartphone potranno facilitare la comunicazione tra la struttura sanitaria e i pazienti su molteplici fronti: ad esempio mettere a disposizione del personale medico informazioni in tempo reale sullo stato di salute dei pazienti, così come rendere disponibili mappe interattive e informazioni utili a chi deve accedere alle strutture, soprattutto se persone disabili / fragili. Obiettivo ultimo è andare verso un’evoluzione del concetto stesso di smart city, come ha ribadito Luca Lagormarsino, tra i fondatori della società spin off di IIT Circle Garage che si pone l’ambizioso obiettivo di creare una “urban data platform” all’interno della quale raccogliere e far interagire dati ad ampio raggio a favore della cittadinanza.

Lorenzo De Michieli (IIT), coordinatore dello Spoke 2 “Assistenza sanitaria personale e remota” ha invitato sul palco il responsabile ricerca e sviluppo di Esaote, Paolo Pellegretti, e Camilla Pierella (Ricercatrice RAISE – UniGe): a loro il compito di illustrare come RAISE permetterà di avere ospedali sempre più digitalizzati e connessi tra loro, e in ultima analisi più efficienti. Proprio la digitalizzazione, infatti, rende possibile l’accesso a macchine diagnostiche a tecnici esterni così velocizzando il processo di esecuzione degli esami e di riscontro. Inoltre, come spiegato da Pierella, le tecnologie che si stanno mettendo a punto adesso sono quelle che permetteranno, in pochi anni, di raggiungere l’obiettivo di una sanità più inclusiva: pensiamo alla possibilità, ad esempio, di utilizzare sensori quali “segnali di controllo” per tenere traccia di diversi parametri di pazienti, monitorarne le cure, facilitare l’interazione tra pazienti e terapisti, anche a distanza.

Con lo Spoke 3 “Protezione e cura dell’ambiente”, si è affrontato il tema di come la robotica potrà migliorare la nostra gestione dell’ambiente: il coordinatore Marco Faimali (Cnr-Ias), con l’amministratore delegato di MYW.AI Fabrizio Cardinali e Marco Macchia (Ricercatore RAISE – UniGe) hanno portato esempi di “ecorobotica” per monitoraggi terrestri, marini, aerei, così come di infrastrutture e beni artistici, tutti temi trattati negli 11 sottoprogetti attualmente attivi nello Spoke. Va in questa direzione anche il progetto “NEPTUNE” (Neural Rendering & Edge AI Platform for 4d synthetic Twins generation during Underwater Navigation & Exploration) della società ligure MYW.AI, che utilizza l’intelligenza artificiale per effettuare una mappatura virtuale del territorio sottomarino comprensiva di dati biologici, morfologici e di biodiversità: una delle aree di testing è l’Area Marina Protetta del Parco di Portofino, in Liguria. Ma il monitoraggio può essere esteso anche ad aree di potenziale rischio, come ha illustrato Marco Macchia presentando la piattaforma “U Space Link”, all’interno della quale è stato realizzato un modello digitale della zona in cui si trova la raffineria Iplom (Busalla, Genova) per monitorare qualità dell’aria e fattori di potenziale rischio per i cittadini che risiedono nell’area.

I porti del futuro, oggetto dello Spoke 4 “Porti intelligenti e sostenibili” ha visto coinvolti il coordinatore Davide Giglio (UniGe) assieme a Massimo Massa (AITEK) e Laura Della Giovanna (Ricercatrice RAISE – UniGe). In questo caso gli esempi presentati hanno spaziato da “robot sociali” in grado di accogliere e orientare cittadini e visitatori, ad esempio nelle marine turistiche, a soluzioni innovative per la logistica e per migliorare l’impatto del porto sulle città. Viene da AITEK, ad esempio, un progetto che sfrutta l’intelligenza artificiale per rilevare in maniera più veloce ed efficiente la presenza di materiali pericolosi nei container, così come di rilevare eventuali danni sui container stessi, così riducendo la necessità di manodopera umana per questo tipo di operazioni. Ma lo Spoke riguarda anche aree turistiche quali le piccole marine: Laura Della Giovanna, ad esempio, ha illustrato il progetto PREC (Port Renewable Energy Community) che mira ad aumentare la sostenibilità di porti e marine creando comunità energetiche che utilizzano fonti energetiche rinnovabili.

Ha concluso la sessione Andrea Pagnin (IIT) coordinatore dello Spoke 5 “Trasferimento di conoscenza e tecnologia” coadiuvato da Nicoletta Buratti (UniGe) e Miriam Molinari (Project Manager RAISE – IIT): il loro intervento era focalizzato sulla cultura dell’innovazione quale mezzo per favorire l’obiettivo di “portare al di fuori del progetto” le tante tecnologie sviluppate. Va in questo senso il progetto di mentoring “Raise up2, che conta già due edizioni al suo attivo, e che ha permesso di offrire una formazione avanzata e qualificata a team selezionati su temi che spaziano dalla tutela della proprietà intellettuale alla stesura di un business plan di successo, al supporto allo sviluppo di tecnologie e al migliore posizionamento sul “mercato dell’innovazione”. Il programma, ha affemato Buratti, è fortemente incentrato sulla figura del ricercatore, offrendo gli strumenti più efficaci per favorire l’attività di valorizzazione dei risultati e trasferimento di know how, ma il programma comprende anche altri target, tra cui dottorandi, studenti delle scuole superiori, docenti, e personale della PA.

La seconda parte della giornata ha messo, invece, a confronto un panel di elevato profilo: Nicoletta Amodio del Consiglio di amministrazione del Cnr, il Rettore dell’Università di Genova Federico Delfino e il Direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia Giorgio Metta. Moderati dal giornalista del Secolo XIX Francesco Margiocco, hanno dialogato ad ampio raggio sulla situazione della ricerca nel nostro Paese e, in particolare, sul “futuro” dell’ecosistema RAISE. La necessità di aumentare gli investimenti nazionali in ricerca è stata unanimemente ribadita: il Rettore Delfino, commentando i progressivi tagli al fondo di finanziamento ordinario delle Università, ha proposto la creazione di piattaforme nazionali nelle quali capitalizzare e valorizzare gli investimenti: l’avvio di grandi collaborazioni e partnership, così come programmi di TT che permettano di aumentare le entrate da parte dei privati, potrebbero, infatti, “bilanciare” la situazione attuale e favorire una maggiore competitività del nostro Paese.
A questo proposito, Amodio ha ricordato come negli ultimi 10 anni gli investimenti in ricerca da parte di soggetti privati siano raddoppiati, e come il Pnrr – con la sua forte interazione pubblico-privato, e la capacità di mettere insieme trasversalmente ricercatori e ricercatrici su temi diversi- sia un modello virtuoso da mantenere: “Il Pnrr ha immesso molte risorse nel sistema, ma soprattutto ha favorito un cambio di paradigma, un modo di lavorare in sinergia che potrebbe rappresentare un nuovo modello italiano”, ha affermato.
Il Direttore scientifico dell’IIT Giorgio Metta ha ricordato come in Italia la ricerca sia finanziata prevalentemente con fondi pubblici, mentre in altri Paesi – uno per tutti gli USA- il rapporto è invertito: attirare capitali dal mondo privato pone anche un discorso importante relativo al rischio, sul quale in Italia c’è ancora scarsa sensibilità. Ha poi ribadito come la sfida di RAISE consisterà, in futuro, nello sviluppo delle varie applicazioni e tecnologie progettate: “Il progetto finora ha messo insieme le menti più brillanti nella progettazione di un futuro basato su robotica e AI, ma poi entra in gioco tutto ciò che è relativo alla progettazione meccanica, di hardware e software: sapremo sopravvivere al Pnrr quanto più saremo in grado di diventare protagonisti dello sviluppo applicativo dei risultati RAISE”.

Finaziato dall'Unione Europea Ministero dell'Università e della Ricerca Italia Domani Raise