La testing facility: una soluzione per collaudare le tecnologie robotiche con pilotaggio di droni da remoto in Spoke 4

Uno degli obiettivi dello Spoke 4 di RAISE, sul porto intelligente, sostenibile e anche più sicuro, è studiare e sviluppare nuove soluzioni tecnologiche per l’adozione di tecnologie digitali, robotiche e di intelligenza artificiale per l’ispezione di infrastrutture, attrezzature e navi nei porti.

Per queste ultime, la validazione dell’efficacia delle tecnologie nel rilevamento automatico di potenziali anomalie verrà effettuata in una testing facility dedicata, disponibile presso il Marine Structures Testing Lab dell’Università di Genova. In questo ambiente di test, sono stati riprodotti modelli di strutture navali in grande scala, in diverse condizioni di degrado strutturale.

La testing facility rappresenta la prima piattaforma di prova in questo ambito, proposta e operativa a livello internazionale, brevettata. Il brevetto è sinteticamente descritto anche nel database italiano Knowledgeshare.

Si tratta di una costruzione modulare, costituita da differenti stazioni operative, con la possibilità di modificare le caratteristiche ambientali al fine di simulare le condizioni reali di un’ispezione (luminosità, umidità, agenti atmosferici, inquinanti, ecc.).

La testing facility è divisa in tre principali sezioni. La prima (sezione A) consiste in una riproduzione di diversi ambienti di bordo di una nave per trasporto di carichi alla rinfusa (una tipica stiva del carico, un doppio fondo, un doppio fianco e una cassa di zavorra, con volumi chiusi e stretti, passaggi bui, in varie condizioni di degrado).

La seconda sezione (sezione B) è composta da varie attrezzature appositamente realizzate al fine di verificare alcune caratteristiche di piattaforme robotiche: abilità nel superamento di ostacoli, moto su superfici inclinate, oleose o arrugginite, rilievo di spessori, volo in zone con correnti d’aria o acqua nebulizzata, ecc.

La terza sezione (sezione C) infine è formata da una serie di pannelli nervati che riproducono tipiche geometrie di strutture navali e destinate allo sviluppo delle funzioni autonome dei robot, tra cui la capacità di localizzazione del robot stesso e dei difetti rilevati in un ambiente a struttura ripetitiva.

Un tale scenario, sufficientemente complesso, consente di valutare le capacità di localizzazione nello spazio, la pianificazione del percorso e le possibilità di copertura ispettiva, sia con pilotaggio remoto da parte di un operatore, sia con tecnologie autonome. È possibile eseguire vere e proprie simulazioni di un evento ispettivo, proponendo una buona varietà di difetti tipici, tra cui corrosione nelle sue diverse forme, danneggiamento della pitturazione, cricche, fratture, distorsioni e danni meccanici di varia natura.

L’essere umano, con la sua sensibilità, esperienza e abilità è, ad oggi di fatto, il miglior soggetto per fare una analisi, usato nella pratica delle ispezioni navali. Il superamento di una tradizione consolidata da decenni implica, in prima battuta, la capacità di dimostrare la validità e l’efficacia di una unità robotizzata o di una “tecnologia digitale” a supporto di un ispettore umano.
Risulta necessario dapprima instaurare una comune piattaforma di scambio delle informazioni. Se l’interazione essere umano-macchina è ormai un argomento di studio relativamente ben sviluppato, la relazione tra il pilota di un robot per ispezione navale e di un ispettore navale non è altrettanto approfondito.

La testing facility è quindi una soluzione innovativa e pragmatica per “collaudare” le tecnologie robotiche in sperimentazione in un apposito ambiente di prova controllato, economico e disponibile, con lo scopo di favorire estese e articolate campagne di prova.

Il prossimo passo all’interno di RAISE sarà, come ha evidenziato Cesare Mario Rizzo (UniGe, Spoke 4): “Rendere queste ispezioni remote: l’ispettore umano potrà ricevere un flusso di dati direttamente nel suo ufficio, da remoto”.

Ha aggiunto Lorenzo Ivaldi (UniGe, Spoke 4): “La parte digitale del progetto verterà principalmente sul posizionamento delle telecamere per i flussi video…Il progetto è basato sulla gestione dei droni da parte di un esterno, quindi dovremo definire il numero minimo di telecamera necessarie, la quantità massima di dati che può essere veicolata con la connessione cifrata remota, il feedback di ritorno. Nei prossimi mesi faremo delle prove sul posizionamento (delle telecamere) e sul dimensionamento dei flussi video, per valutare in modo ottimale le problematiche di comunicazione e pilotaggio remoto dei droni”.

Robot umanoidi e quadrupedi per porti più accoglienti e sicuri

Il 2 novembre, sul palco dell’area talk del RAISE Village, Zoe Betta e Lucrezia Grassi del Laboratorio RICE dell’Università di Genova hanno presentato la conferenza intitolata “Robot umanoidi e quadrupedi per porti più accoglienti e sicuri”. La conferenza ha esplorato il potenziale dei robot nell’interagire con le persone e nel garantire la sicurezza in ambienti portuali complessi.

Durante l’evento, sono stati illustrati due progetti innovativi che fanno parte dello Spoke 4 del progetto RAISE, mirati ad avanzare la robotica in ambiti sociali e di sicurezza.

Il primo progetto riguarda lo sviluppo di un sistema di conversazione basato su cloud e sensibile alla diversità, progettato per robot sociali come Pepper. Questo robot umanoide è stato personalizzato per accogliere i turisti presso la Stazione Marittima di Genova, offrendo informazioni e raccogliendo feedback sulle esperienze dei visitatori.

Il secondo progetto si concentra sulla sicurezza portuale tramite il robot quadrupede Spot di Boston Dynamics. Spot è stato programmato per svolgere missioni autonome di monitoraggio, inclusa l’ispezione delle stive e il controllo dei piazzali con merci pericolose, migliorando la sicurezza per i lavoratori e le merci.

Questa iniziativa rappresenta un importante passo avanti per l’innovazione tecnologica nel settore portuale, dove robot avanzati come Pepper e Spot contribuiscono a rendere le operazioni più efficienti e sicure.

“Il vero vantaggio di avere il mio progetto all’interno di un ecosistema come RAISE, secondo me, sta nella ricchezza che nasce dal confronto e dall’interazione con realtà molto diverse da quelle con cui sono abituata a lavorare. Grazie a questa esperienza, ho la possibilità di collaborare non solo con altri enti di ricerca, ma anche con organizzazioni più operative, come l’Autorità Portuale, che si occupano di applicazioni concrete e immediate. Questa contaminazione mi permette di immaginare nuovi ambiti per il progetto, scoprendo come le nostre soluzioni possano essere utili in contesti che all’inizio non avrei nemmeno considerato. Inoltre, il confronto con altri gruppi di ricerca, spesso più esperti o con competenze complementari alle mie, arricchisce il lavoro in modi inaspettati, offrendo una prospettiva di realizzabilità concreta e a breve termine” ha commentato Zoe Betta al termine della conferenza.

“Il valore aggiunto di partecipare con il nostro progetto a un ecosistema come RAISE risiede soprattutto nella possibilità di testare il nostro sistema, chiamato CAIR (Cloud Artificial Intelligence and Robotics), già registrato alla SIAE prima dell’avvio di RAISE, in diversi contesti. Grazie alla sua architettura avanzata, CAIR è in grado di adattarsi automaticamente a diverse popolazioni e ambienti, consentendoci di sperimentarlo in ambiti molto differenti. Questa versatilità rappresenta uno dei suoi maggiori punti di forza, poiché lo rende adatto tanto al settore dell’assistenza sanitaria, all’interno dello Spoke 2, quanto all’accoglienza dei visitatori in aree portuali, all’interno dello Spoke 4. Partecipare a RAISE ci ha dato l’opportunità di instaurare collaborazioni preziose con realtà di primo piano, come l’Unità Spinale Unipolare dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, l’Istituto Italiano di Tecnologia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e le Stazioni Marittime. Inoltre, RAISE ci offre maggiore visibilità, permettendoci di presentare il nostro lavoro a eventi come il Festival della Scienza e la Robot Valley, da cui raccogliamo feedback preziosi dal pubblico” ha aggiunto Lucrezia Grassi.

Alter-ego accompagna i visitatori al Galata Museo del Mare: un progetto di Spoke 4

Dal 9 all’11 ottobre al Galata Museo del Mare “Alter-Ego”, il robot umanoide progettato dall’IIT ha accompagnato i visitatori alla scoperta di alcune opere esposte al quarto piano del museo nell’ambito di un progetto dello Spoke 4 di RAISE.

“Alter-Ego”, dopo una prima fase di test è finalmente pronto per accogliere i visitatori e lo ha fatto al quarto piano del Galata Museo del Mare, nella sala Clerici dove ha aiutato i visitatori a scoprire notizie e curiosità in merito alle opere dell’esposizione permanente Navigare nell’Arte, della Fondazione Paolo e Giuliana Clerici.

Per la prima volta, un robot umanoide di IIT viene sperimentato all’interno di un museo genovese: l’obiettivo di questo progetto è di ottimizzare l’esperienza di fruizione da parte dei visitatori.

Per questa ragione, l’Università di Genova e il CNR si occuperanno di analizzare i risultati per valutare l’efficacia di questo approccio nell’aumentare l’attrattività di alcune sale museali.

Alter-Ego, sviluppato dall’unità di ricerca Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation coordinata da Antonio Bicchi, è un robot umanoide alto circa 140 cm, che si sposta su ruote ed è dotato di mani poli-articolate, utilizzate per interfacciarsi con l’ambiente circostante aprendo porte e afferrando oggetti. Progettato per funzionare come avatar robotico degli esseri umani, Alter-Ego può operare in due modalità: telecomandato da un operatore umano tramite visore e joystick, o in modalità autonoma interagendo socialmente con chi lo circonda. Quest’ultima, sviluppata in collaborazione con l’unità COgNiTive Architecture for Collaborative Technologies di IIT coordinata da Alessandra Sciutti, è quella che è stata visibile all’interno del museo, dove il robot ha interagito in maniera indipendente e immediata con i visitatori.

“Nell’ambito del progetto PNRR e in collaborazione con UNIGE e CNR, abbiamo portato il nostro robot Alter-Ego al Galata in supporto alla visita della mostra “Navigare nell’arte”. Alter-Ego da il benvenuto ai visitatori all`ingresso della mostra con una voce e dei movimenti naturali che mettono il visitatore da subito a suo agio. Tramite nuove tecnologie di intelligenza artificiale, Alter-ego presenta i contenuti della mostra e tramite domande mirate capisce le preferenze del visitatore. In base alle preferenze, il robot crea un percorso di visita personalizzato che possa tener conto anche di eventuali difficolta percettive o motorie del visitatore. Questo ci da la possibilità di capire come un robot autonomo possa assistere gli individui nelle esplorazioni in ambiente reale con il supporto di molti contenuti digitali ,altrimenti difficilmente comunicabili, e riguardanti ciò che nell’ambiente è conservato.” Commenta Francesco Rea del  COgNiTive Architecture for Collaborative Technologies Lab di IIT che ha seguito e coordinato le fasi del dimostratore svolto al Galata Museo del Mare.

I ricercatori di Spoke 4 tra i finalisti del premio “Best Paper Award” per il loro lavoro scientifico sui robot quadrupedi

Sette ricercatori del laboratorio RICE dell’Università di Genova hanno partecipato con 5 pubblicazioni scientifiche al convegno IEEE International Conference on Robot and Human Interactive Communication, IEEE Ro-Man 2024, Pasadena, USA, dal 26 al 30 Agosto 2024.

In tale ambito, sono stati presentati diversi lavori svolti totalmente o in parte nel contesto di RAISE, di cui uno è risultato finalista nelle categorie Best Paper Award (miglior lavoro del convegno) e Best Student Paper Award (miglior articolo con primo autore uno studente):

Zoe Betta, Carmine Tommaso Recchiuto, and Antonio Sgorbissa. People, cracks, stairs, and doors: vision-based semantic mapping with a quadruped robot supporting first responders in Search & Rescue

Questo studio introduce un sistema implementato su un robot quadrupede, progettato per generare una mappa multistrato che incorpora informazioni semantiche, specificatamente adattate per la robotica di ricerca e salvataggio. L’articolo discute lo sviluppo di un modello di Machine Learning basato su dati visivi per il riconoscimento di persone e caratteristiche ambientali e la sua integrazione in un’architettura di mappatura e navigazione. Il sistema è stato ampiamente testato in due luoghi diversi utilizzando il robot Spot della Boston Dynamics, dotato di una telecamera di profondità ZED2 esterna, e questi test sono descritti in dettaglio e i risultati analizzati.

Vincitore del premio è poi risultato un altro lavoro scientifico del laboratorio RICE, non finanziato su RAISE, ma su contenuti vicini a quelli di Spoke 2:

Lucrezia Grassi, Carmine Tommaso Recchiuto, Antonio Sgorbissa, Enhancing LLM-Based Human-Robot Interaction with Nuances for Diversity Awareness

Le altre tre pubblicazioni presentate dai ricercatori del laboratorio RICE sono state, per Spoke 1:

Alice Nardelli, Giacomo Maccagni, Federico Minutoli, Antonio Sgorbissa, Carmine Tommaso Recchiuto, Personality and Memory-Based Framework for Emotionally Intelligent Agents,

L. Saettone, M. Bogliolo, A. Bixio, A. Sgorbissa, R. Fedriga, E. Micheli, M. Casadio, C. Recchiuto, The Impact of Age and Educational Robotics on Children’s Perception of Robots: A Qualitative Coding Analysis,.4

Per Spoke 2:

Ariel Gjaci, Carmine Tommaso Recchiuto, and Antonio Sgorbissa, Labeling Sentences with Symbolic and Deictic Gestures via Semantic Similarity

Nell’insieme, la conferenza quindi è stata un’opportunità per presentare ricerche in corso e risultati raggiunti dai ricercatori e ricercatrici di RAISE, con il riconoscimento della qualità scientifica del loro lavoro, anche grazie alla selezione per il Best Paper Award.

Immagine Copertina
Frame dal video “People, cracks, stairs, and doors: vision-based semantic mapping with a quadruped robot supporting first responders in Search & Rescue”
Autori del video da cui è tratto il frame: Zoe Betta, Carmine Tommaso Recchiuto, e Antonio Sgorbissa
Credits: UniGe e RAISE

Il progetto ROSSINI di SPOKE 4 avvia i primi test sui prototipi

Lo scorso 24 luglio presso il PT0 del DiFi-UniGE si sono svolti i primi test di ROSSINI, un progetto dello Spoke 4 di RAISE per migliorare la gestione del rischio radioattivo nei porti.

Il progetto ROSSINI (Remotely-operated On-board inSpections for Special Nuclear material) mira a sviluppare una nuova ed efficiente metodologia per l’ispezione dei containers contro il trasporto illecito di materiale nucleare speciale (SNM). L’obiettivo finale è poter rilevare sostanze radioattive nascoste in un container ma a distanza di sicurezza.

I gruppi di ricerca coinvolti nel progetto hanno come obiettivo l’utilizzo di IA e robot (volanti e terrestri) per raggiungere le navi in avvicinamento al porto impiegando rilevatori sensibili alle radiazioni per l’ispezione remota dei container.

In caso di rilevamento di un’anomalia il container sospetto verrà controllato dall’esterno con rilevatori robotizzati. Una volta verificata l’anomalia, la valutazione finale verrà eseguita mediante ispezione interna utilizzando ulteriori sensori gestiti da robot. Gli allarmi, così come lo stato delle ispezioni, verranno trasmessi e distribuiti sulla rete RAISE per il monitoraggio in tempo reale e la pianificazione di una risposta tempestiva.

L’approccio proposto, con un livello crescente di consapevolezza del pericolo e valutazione in tempo reale, ridurrà al minimo l’esposizione umana alle radiazioni e il tempo impiegato nell’ispezione, sfruttando l’avvicinamento della nave dal porto e facendo ampio uso di dispositivi telecomandati, fornendo informazioni in tempo reale su anomalie o pericoli.

Il dottor Giovanni Mottola del laboratorio RICE di UniGe coordinato dal prof. Antonio Sgorbissa e il gruppo di ricerca guidato dal prof. Marco Battaglieri dell’INFN (sede di Genova) hanno testato il prototipo: un sensore di radiazioni montato a bordo di un drone.

Gli obiettivi di questi primi test appena svolti erano: verificare la compatibilità drone-detector, testare la sensibilità del detector alle sorgenti radioattive quando operato con il drone e infine ottimizzare il tempo di misura della sorgente.

“L’obiettivo ideale del nostro progetto sarebbe quello di sviluppare un sistema che usi dei droni a volo autonomo ma le vigenti normative sono molto restrittive in merito. In queste fasi preliminari stiamo quindi utilizzando dei droni che possono essere teleguidati da un qualsiasi operatore che lavori in ambito portuale che sia stato formato e che possieda delle licenze di volo” spiega il dottor Mottola di UniGe.

“Attraverso RAISE abbiamo avuto l’occasione di collaborare: noi come INFN avevamo già degli sviluppi per la rilevazione di radiazioni ma abbiamo conosciuto loro (RICE lab, UniGe) che sono esperti di droni robotici con volo intelligente. Lavorando insieme quindi abbiamo le competenze complementari per sviluppare il progetto ROSSINI.” così Marco Battaglieri dell’INFN, coordinatore del progetto ROSSINI, commenta il lavoro congiunto con i colleghi di UniGe.

Immagini:
Autore: Tommaso Vittorini, INFN
Credits: INFN e RAISE

Le Voci del Porto: inizia la campagna di raccolta dati del progetto di Spoke 4

Al via la campagna di raccolta dati del progetto dello Spoke 4 di RAISE che sfrutta le tecnologie di intelligenza artificiale per la sicurezza e la sostenibilità ambientale monitorando i segnali acustici e la percezione acustica della popolazione dell’entroterra portuale e dei lavoratori del porto.

I dati raccolti dai gruppi di ricerca coinvolti saranno usati per un’indagine innovativa sul panorama sonoro portuale per esplorarne e comprenderne meglio i suoni che lo caratterizzano.

L’obiettivo è quello di esplorare il “panorama sonoro” del porto, raccogliendo le percezioni delle persone sui suoni che accompagnano la vita quotidiana di chi vive e lavora vicino al mare.

Grazie alla disponibilità di Stazioni Marittime Spa e della Lega Navale Italiana, il Terminal Traghetti di Genova e la Lega Navale genovese si animano di una nuova iniziativa: le intervistatrici della ditta Double Em raccoglieranno le impressioni dei viaggiatori e degli operatori portuali, immergendosi nei suoni del porto.

Chiunque abbia più di 18 anni e si trovi in zona porto è invitato a condividere la propria esperienza acustica. Si può partecipare interagendo direttamente con le intervistatrici presenti nei luoghi di raccolta dati o scansionando il QR Code presente sui poster informativi affissi in zona.

Durante la compilazione del questionario, che può avvenire anche in modalità autonoma con l’uso di tablet e cuffie, verrà chiesto ai partecipanti di descrivere, attraverso una serie di aggettivi predefiniti, il panorama sonoro che li circonda e di ascoltare alcuni audio e descriverli utilizzando sempre gli stessi aggettivi.

“La nostra ricerca vuole trovare le correlazioni tra le caratteristiche fisiche del suono, misurate dai sensori che abbiamo installato, e la percezione che le persone hanno degli ambienti in cui queste misurazioni vengono effettuate. Vogliamo esplorare, grazie all’utilizzo delle diverse sfaccettature della lingua italiana, gli effetti delle sorgenti sonore sulla percezione dell’ambiente urbano da parte della popolazione che vive, lavora o transita in quell’ambiente. La percezione del suono è influenzata da molti fattori che non sempre portano a classificare un suono forte come negativo o disturbante e viceversa. Pensiamo ad esempio alle sensazioni provate ascoltando un martello pneumatico o una sinfonia di Vivaldi, sono suoni molto differenti nonostante il livello in decibel sia paragonabile. E chi meglio della lingua può aiutarci a esprimere questa differenza di percezione? Dalla nostra ricerca potrebbe emergere che il Terminal Traghetti è prevalentemente descritto da aggettivi quali ‘marittimo e vivace’ e questo ci potrebbe spingere a pensare che la percezione globale del luogo sia positiva. Molto diverso sarebbe invece se il nostro luogo risultasse descritto da aggettivi quali ad esempio ‘marittimo e disturbante’. E’ evidente che a parità di decibel misurati queste due descrizioni indicano un vissuto del luogo molto differente da parte della popolazione che gravita in quell’area” commenta Melissa Ferretti, ricercatrice CNR-ILC, coinvolta in questo progetto all’interno di Spoke 4 insieme ai colleghi Davide Chiarella (CNR-ILC), Giampaolo Vitali (CNR-IRCrES), Monica Cariola (CNR-IRCrES) e Anna Novaresio (CNR-IRCrES).

Il racconto dei progetti di robotica e di intelligenza artificiale di Raise, applicati ad ambiente e porto, per studenti da Panama

La seconda giornata della Summer School “Ciencia y Tecnologia al servicio de la vida”, iniziativa realizzata dall’Accademia Italiana della Marina Mercantile in collaborazione con il Centro Studi Italiani di Urbania, si è svolta nello splendido contesto di Villa Figoli des Geneys, ad Arenzano (GE), dove i 49 studenti e studentesse dell’Università di Panama e della Università Tecnologica di Panama sono stati ospiti per una settimana.

Grazie all’accordo con RAISE, il programma della giornata è stato il seguente:
Quadruped Robots for Applications in Unstructured Environments, Claudio Semini, IIT, Spoke 3 e 4;
The impact of AI on maritime workforce management: a closed-loop between lifelong learning and lifelong training, Silvia Donnarumma, UniGe, Spoke 4;
Ecorobotics | The Future of environmental monitoring, Marta Giuga e Roberta Nugnes IAS-CNR, Spoke 3;
Environmental impact of shipping: a focus on bioinvasions, Francesca Garaventa, IAS-CNR, Spoke 4.

La presentazione di Claudio Semini (IIT), è iniziata con una classificazione dei vari robot quadrupedi e delle parole chiavi di questo ambito della robotica. Nella seconda parte, il ricercatore si è focalizzato su una serie di progetti di trasferimento tecnologico all’interno di RAISE. Semini ha quindi presentato agli studenti le attività in corso in due progetti di Spoke 3, mostrando come la robotica e l’intelligenza artificiale (IA) possano essere di supporto alle attività umane, ad esempio in ambito agricolo, nella potatura invernale, o in contesto urbano, per raccogliere la spazzatura in luoghi poco accessibili. Per Spoke 4, il ricercatore ha introdotto come i robot verranno usati per delle attività nel porto, finalizzate al monitoraggio infrastrutturale, a controllare e riparare luoghi poco raggiungibili dagli operatori umani, quindi rendendo il loro lavoro più efficace e sicuro.

Silvia Donnarumma (UniGe) ha presentato le sfide e i risultati preliminari di progetti in corso nello Spoke 4, in cui partecipa con il suo team, come ingegnere navale. In particolare, nella sua lezione, la professoressa si è soffermata sul “dynamic positioning”, il sistema controllato da computer per mantenere automaticamente la posizione e direzione di una nave, utilizzando le proprie eliche e propulsori, e sulla navigazione sicura nei porti, con il supporto delle tecnologie. Ha quindi così sintetizzato, in merito al lavoro del suo team a RAISE, in Spoke 4: “Il contributo principale del gruppo di lavoro DITEN – Marine Technologies nell’ambito dello Spoke 4 riguarda la definizione di algoritmi per il supporto alla navigazione in acque portuali”.

Marta Giuga (CNR) ha presentato gli obiettivi e le attività in corso dello Spoke 3, che è dedicato alla cura dell’ambiente utilizzando tecnologie innovative. In particolare, la ricercatrice del CNR ha introdotto il concetto di ecorobotica, mostrando agli studenti alcuni ambiti applicativi dell’uso combinato di robot ed IA per il monitoraggio ambientale. La ricercatrice è entrata poi più nel dettaglio di una parte dei progetti dello Spoke 3, che vedono maggiormente coinvolti i ricercatori biologi di IAS CNR di Genova, mostrando alcuni dei risultati preliminari delle attività in corso. La presentazione si è conclusa con una parte applicativa, dove insieme le due ricercatrici, Marta Giuga e Roberta Nugnes (CNR), hanno invitato gli studenti a provare con i loro cellulari un kit che consente delle analisi ambientali direttamente sul campo.

La ricercatrice Francesca Garaventa (CNR) ha illustrato tecnologie applicate al monitoraggio delle specie aliene, ovvero quelle specie che non sono autoctone del Mediterraneo, presentando vari casi (cozza zebrata, pesce palla, granchio blu, ecc.). La ricercatrice ha mostrato possibili strategie tecnologiche per limitare il problema, come fare ispezionare le carene delle navi, che possono essere vettori di trasporto di specie aliene, da sistemi subacquei filoguidati in grado di monitorare e pulire le superfici delle navi dagli organismi insediati. La robotica subacquea e la IA possono essere di grande aiuto per sviluppare nuove soluzioni più sicure ed efficaci di studio e controllo delle specie aliene, a difesa quindi della biodiversità dei nostri mari.

Gli studenti hanno partecipato in modo molto attivo e attento. Anche la seconda giornata, quindi, è stata un evento di successo, con soddisfazione reciproca, di allievi e docenti. Una giornata in cui persone proventi da Panama hanno potuto scoprire alcuni dei più innovativi progetti in corso, su IA e robotica, applicati ad ambiti di loro interesse, e dove anche lo staff di RAISE ha potuto ricevere stimolanti domande e riflessioni, con un ricco confronto sia su contenuti scientifici che culturali.

Al via la rigenerazione delle aree portuali nel Golfo della Spezia

Questa operazione segna un importante traguardo per i progetti Met-ocean observing system maintenance and improvement e AI tools and technologies for greening ports dello Spoke 4 di RAISE che ha come ‘marine test site’ la Smart Bay, un laboratorio naturale di ricerca, tecnologia e mitilicoltura dove sono installate numerose stazioni per il monitoraggio fisico-chimico basate sulla tecnologia IoUT, controllo dei dati e validazione e monitoraggio dei sistemi biologici.

L’iniziativa è stata promossa da Fineco e LifeGate nell’ambito della Water Defenders Alliance, in collaborazione con Smart Bay Santa Teresa condotta da ENEA ed altri enti di ricerca, Verdeacqua e il Gruppo Operativo Subacquei (GOS) della Marina Militare e il Comune di Lerici.

Ecosistema RAISE - Al via la rigenerazione delle aree portuali nel Golfo della Spezia

Diversi i tipi di rifiuti rimossi: oltre a quelli “di usuale reperimento”, sono stati rimossi anche quelli ingombranti.

La baia di Santa Teresa ospita la prima Smart Bay d’Italia, un modello che coniuga ricerca, tecnologia, turismo sostenibile e molluschicoltura, grazie alla collaborazione tra realtà scientifiche e istituzionali quali ENEA, CNR, INGV, Comune di Lerici, Scuola di Mare Santa Teresa e Cooperativa Mitilicoltori Associati, uniti per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e indicare la strada per la salvaguardia della biodiversità marina.

Per Tiziana Ciuffardi di ENEA, la rimozione dei rifiuti di grandi dimensioni riveste un valore scientifico oltre che ambientale: “Grazie al progetto oltre a migliorare le condizioni e la qualità dell’ambiente marino, si riduce il rischio che la rete di trasmissione dati subacquea e i sensori oceanografici ad essa collegati installati nella baia grazie ai progetti PNRR RAISE ed EMBRC-UP, possano essere danneggiati dai movimenti di questi grossi detriti.”

Ecosistema RAISE - Al via la rigenerazione delle aree portuali nel Golfo della Spezia

Inoltre, conclude Chiara Lombardi di ENEA: “La pulizia del fondale ci permetterà di installare – in sicurezza – le strutture ideate da Enea e realizzate nell’ambito dello Spoke 4 del PNRR RAISE che ha, tra gli obiettivi, la rigenerazione di aree portuali attraverso l’utilizzo di Nature Based Solutions. Queste strutture – realizzate con scarti di gusci della produzione locale – aiuteranno la promozione della biodiversità e serviranno per il ripristino dell’ostrica piatta.”

Immagini di Emilio Mancuso, Verdeacqua

Come accogliere i visitatori delle navi da crociera con il supporto dei robot sociali

Università di Genova (UniGE) coordina un gruppo di ricerca che vede la partecipazione dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e le Stazioni Marittime Genova per la messa in opera di robot sociali presso la stazione marittima di Ponte dei Mille, all’interno del progetto “Social robots and smart devices for ports and marinas”, dello Spoke 4 di RAISE.
I robot sociali sono una tipologia di robot, progettati e programmati per interagire con l’essere umano ed essere di supporto alle attività domestiche e in alcuni contesti lavorativi. Spesso sono umanoidi, cioè imitano sembianze e comportamenti umani.

I robot Pepper e AlterEgo sono due esempi di robot sociali: il primo è stato progettato da un’azienda francese, il secondo è stato realizzato da IIT: verranno entrambi programmati dai ricercatori di RAISE per tenere compagnia ai passeggeri in imbarco sulla nave da crociera, interagendo con loro.
Sia Pepper che AlterEgo sono già stati utilizzati in contesti simili: uno dei primi musei a sperimentare con successo l’uso dei robot sociali per accogliere i visitatori è stato il museo Smithsonian (USA).

Entrambi i robot useranno le funzionalità per il dialogo tra robot e persone che il laboratorio RICE dell’Università di Genova, guidato dal Prof. Antonio Sgorbissa, ha sviluppato nell’ambito di ricerche precedenti. Tali funzionalità sono utilizzate in RAISE non solo nello Spoke 4 (Porti intelligenti e sostenibili), ma anche in Spoke 2 (Assistenza sanitaria personale e remota).
Nei giorni 21 Dicembre 2023 e 12 Aprile 2024 si sono tenute presso Ponte dei Mille due sperimentazioni preliminari.

Ecosistema RAISE - Come accogliere i visitatori delle navi da crociera, con il supporto dei robot sociali

I robot Pepper e AlterEgo hanno interagito in italiano e in inglese con passeggeri di tutte le età, permettendo ai ricercatori di raccogliere informazioni sui punti forti e le criticità delle soluzioni proposte.
Si apre ora la successiva fase di ricerca e sviluppo.

Foto 1: Prime sperimentazioni con i robot sociali presso la stazione marittima
Foto 2: i robot Pepper e AlterEgo, utilizzati nel progetto Social robots and smart devices for ports and marinas, spoke 4 di RAISE

Autore delle foto: Lucrezia Grassi (UniGe)
Crediti: RAISE

Pubblicato l’Avviso per il finanziamento di progetti di ricerca, sviluppo e sperimentazione negli ambiti di interesse dell’ecosistema RAISE – Spoke 4

L’Università di Genova (UNIGE) è promotore dell’Avviso pubblico per la selezione di proposte progettuali presentate da Università pubbliche, Enti pubblici di ricerca, Enti Pubblici non Economici ed Enti Territoriali localizzati nelle regioni del Mezzogiorno per la realizzazione di attività di ricerca, sviluppo e sperimentazione negli ambiti di interesse dell’Ecosistema RAISE – Robotics and AI for Socio-economic Empowerment, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU su fondi PNRR MUR – M4C2 Investimento 1.5.

L’Avviso ha l’obiettivo di consolidare e potenziare le competenze espresse dall’Ecosistema RAISE, coinvolgendo Enti e Istituzioni del Sud Italia, allargando la rete delle collaborazioni e favorendo virtuose sinergie con altre iniziative finanziate dal MUR sui fondi PNRR (Centri Nazionali, Partenariati Estesi, altri Ecosistemi dell’Innovazione).

UNIGE, Soggetto Esecutore leader dello Spoke 4 “Smart and Sustainable Ports” all’interno dell’Ecosistema RAISE, assegna all’Avviso una dotazione finanziaria iniziale pari a € 2.100.000 per attività di ricerca, sviluppo, sperimentazione e dimostrazione, con l’obiettivo di contribuire ad integrare le competenze e le capacità già presenti nelle linee di attività dello Spoke 4, ampliarne la portata e l’impatto dei risultati, ed avviare collaborazioni in diverse aree geografiche.

Le proposte progettuali presentate in risposta al presente Avviso dovranno essere relative ad uno dei seguenti ambiti di ricerca, sviluppo, sperimentazione e dimostrazione:
– Uncrewed and automated systems for port automation;
– Machine Learning and real-time data for port safety, security, and sustainability;
– Port management in an integrated framework of transport infrastructures.

I progetti dovranno avere una durata non superiore a 12 mesi.

Il costo complessivo di ogni proposta dovrà essere incluso tra 250.000 € e 500.000 €; il contributo è riconosciuto in misura pari al 100% dei costi ammissibili.

Le proposte dovranno essere inviate a mezzo PEC entro l’8 giugno 2024.

Maggiori informazioni sull’Avviso pubblico a questo link.

Finaziato dall'Unione Europea Ministero dell'Università e della Ricerca Italia Domani Raise