Nella seconda parte dell’incontro sono intervenuti Davide Giglio, Professore associato del Dipartimento di ingegneria meccanica, energetica, gestionale e dei trasporti (DIME) dell’Università degli studi di Genova e coordinatore dello Spoke 4, e Veronica Asta, Optimization Manager presso Circle Group, partner dello Spoke 4.
Davide Giglio nel suo intervento ha sottolineato come “lo Spoke 4 prende in considerazione il “mondo porto” da numerosi punti di vista e a diversi livelli di dettaglio. Vengono considerati i grandi porti commerciali ma anche i porti turistici che nella nostra Regione sono molto importanti. Viene considerato il traffico merci ma anche quello passeggeri. Vengono considerati gli aspetti ambientali e marini e gli aspetti logistici e di movimentazione fisica delle merci. Vengono considerate aree e punti specifici dei porti ma anche la rete intermodale regionale e multiregionale in cui i porti sono semplici nodi di un grafo. Tutto ciò con al centro la robotica e l’intelligenza artificiale. Lo spoke 4 è stato infatti costruito su 4 linee strategiche: una linea legata alla robotica, una linea legata ai dati (di vario tipo) e all’applicazione di algoritmi di intelligenza artificiale su di essi, una linea legata alla gestione e all’ottimizzazione dei processi portuali e infine una linea che studia la scalabilità di tutte queste tecnologie per i porti medio-piccoli. Da queste linee strategiche e dalle attività che i partner hanno proposto in relazione ad esse sono poi nati 12 progetti operativi che sono quelli in corso di realizzazione. L’obiettivo dello Spoke 4 è lasciare in eredità alcuni piccoli mattoncini tecnologici che possano essere utilizzati per migliorare alcuni aspetti specifici del porto o possano comunque mostrare le potenzialità di alcune soluzioni basate su robotica e intelligenza artificiale per risolvere certe specifiche problematiche. Mi piace usare l’espressione “piccoli mattoncini tecnologici” perché il porto è un’entità talmente enorme e complicata – un perfetto esempio di sistema complesso o di sistema di sistemi – che sarebbe folle pensare che basti un progetto, un ecosistema come il nostro per costruire il porto del futuro. Mostrare però come certe tecnologie possano portare benefici, ad esempio in termini di sicurezza dei lavoratori, sostenibilità ambientale, efficienza delle operazioni logistiche ed esperienza dei turisti, questo è possibile. Mi piacerebbe, quindi, che certe iniziative di dimostrazione in ambito portuale che stiamo progettando proprio per mostrare questo impatto positivo sui porti possano continuare anche oltre RAISE, o magari continuare in un RAISE 2.”
Veronica Asta ha evidenziato come “Circle Group partecipa in Spoke 4 come leader di un progetto che si occupa di simulazione digital twin di area portuale e partecipa anche ad altri progetti riguardo all’operatività dell’area sviluppando strumenti e tecnologie a supporto dell’operatività concreta dei flussi di merce e di passeggeri e del loro impatto sul territorio. Circle Group ha una grande operatività nelle aree portuali quindi insieme agli altri affiliati costituiamo un canale diretto per il trasferimento tecnologico riuscendo a testare e portare direttamente sul campo le nuove tecnologie. Per il futuro un nostro scopo è inserire queste tecnologie innovative all’interno dei nostri prodotti sfruttando la collaborazione con partner che già conoscevamo e quelli nuovi che abbiamo incontrato nel progetto RAISE.”